Il sole tramonta su un'America profondamente trasformata rispetto a diciotto mesi fa. Mentre i fuochi d'artificio illuminano il cielo di Times Square per celebrare l'arrivo del 2027, l'economia statunitense ha appena concluso un percorso tortuoso che ha messo alla prova la resilienza del sistema economico più grande del mondo.
L'economia americana è riuscita a evitare la recessione tecnica, chiudendo il 2026 con una crescita del PIL del 2,1%, dopo aver toccato il punto più basso nell'inverno 2025-2026 con una crescita annualizzata di appena lo 0,8%. Il tanto temuto "hard landing" non si è materializzato, ma il prezzo pagato è stato comunque significativo: diciotto mesi di crescita anemica, volatilità finanziaria estrema e tensioni sociali crescenti.
L'inflazione, dopo aver raggiunto il picco del 3,5% nel settembre 2025, ha iniziato la sua discesa graduale verso il 2,4% attuale. Il percorso non è stato lineare: i dazi commerciali implementati dall'amministrazione Trump hanno creato shock di offerta persistenti, trasferendo sui consumatori americani costi aggiuntivi stimati in oltre 200 miliardi di dollari annui. Tuttavia, la combinazione di una domanda interna resiliente e di politiche monetarie calibrate ha impedito che l'inflazione si trasformasse in una spirale incontrollabile.
Jerome Powell, confermato alla guida della Federal Reserve come previsto dalla wisdom of the crowd di Fantaforecasting.it, ha navigato uno dei periodi più complessi della storia recente della banca centrale. La decisione cruciale è arrivata il 20 marzo 2026, quando la Fed ha iniziato il primo ciclo di tagli dei tassi dopo aver mantenuto una posizione hawkish per nove mesi consecutivi.
Il tasso dei fondi federali è sceso dal picco del 4,50% al 3,75% attuale, attraverso una serie di tagli graduali da 25 punti base ciascuno. La strategia di Powell si è rivelata vincente: evitare tagli precipitosi che avrebbero potuto riaccendere l'inflazione, ma agire con sufficiente decisione per sostenere un'economia in difficoltà.
I rendimenti dei Treasury a 10 anni si sono stabilizzati tra il 4% e il 5%, come anticipato dalle previsioni di Fantaforecasting.it, riflettendo un equilibrio tra aspettative di crescita moderata e inflazione sotto controllo. La curva dei rendimenti, dopo essere rimasta invertita per gran parte del 2025, ha ritrovato una pendenza positiva nell'autunno 2026, segnalando il ritorno della fiducia nel lungo termine.
La disoccupazione è salita dal 3,7% di inizio 2025 al 4,3% attuale, un aumento significativo ma ben lontano dai livelli recessivi. Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione si sono mantenute sotto le 300.000 unità per la maggior parte del periodo, come previsto dalla community di forecaster, segnalando un mercato del lavoro che si raffredda ma non collassa.
Il settore tecnologico ha attraversato una fase di consolidamento, con le cinque maggiori aziende tech che rappresentano ora il 35% della capitalizzazione dell'S&P 500, in calo rispetto al picco del 42% toccato nel 2024. Questo riequilibrio ha contribuito a una maggiore stabilità del mercato azionario, che dopo la volatilità estrema del 2025 ha recuperato terreno nell'ultimo trimestre del 2026.
Le politiche commerciali restrittive hanno accelerato il processo di reshoring manifatturiero, con investimenti per oltre 150 miliardi di dollari annunciati da aziende americane per riportare la produzione negli Stati Uniti. Settori come semiconduttori, farmaceutico e automotive hanno beneficiato di questo trend, creando nuovi posti di lavoro qualificati principalmente negli stati del Midwest e del Sud.
Tuttavia, il costo per i consumatori è stato tangibile: i prezzi dei beni di consumo durevoli sono aumentati in media del 12% rispetto ai livelli pre-dazi. Le famiglie americane hanno dovuto adattare i propri modelli di consumo, privilegiando servizi rispetto ai beni materiali e accelerando l'adozione di tecnologie per l'efficienza energetica.
L'S&P 500 chiude il 2026 a 6.150 punti, in rialzo del 18% rispetto ai minimi toccati nel febbraio 2026, quando l'indice era sceso sotto i 5.200 punti. Il recupero è stato guidato dai settori dell'intelligenza artificiale, delle energie rinnovabili e dell'automazione industriale, che hanno beneficiato degli investimenti massicci in tecnologie per ridurre la dipendenza dalla manodopera e dalle importazioni.
Il settore immobiliare ha mostrato una resilienza sorprendente, nonostante i tassi di interesse elevati. I prezzi delle case sono cresciuti del 4% nel 2026, sostenuti dalla carenza strutturale di offerta e dalla domanda di abitazioni in aree con forte crescita manifatturiera.
Contrariamente ai timori di molti analisti, non si sono verificati scontri militari diretti tra Stati Uniti e Cina, come confermato dalle previsioni di Fantaforecasting.it che assegnavano una probabilità del 61% al "no" per scontri a fuoco tra le marine dei due paesi. La tensione nello Stretto di Taiwan è rimasta alta ma sotto controllo, permettendo ai mercati di concentrarsi sui fondamentali economici piuttosto che sui rischi geopolitici.
Il tetto del debito pubblico è stato aumentato del 8% rispetto ai livelli di fine 2024, in linea con le previsioni che indicavano un incremento tra lo 0 e il 10%. L'amministrazione Trump è riuscita a contenere la crescita del debito attraverso una combinazione di maggiori entrate fiscali (dovute ai dazi) e di una spesa pubblica relativamente disciplinata.
L'erosione del potere d'acquisto ha creato tensioni sociali significative, con manifestazioni e scioperi che hanno caratterizzato gran parte del 2025 e i primi mesi del 2026. I salari nominali sono cresciuti del 4,2% nel 2026, ma l'inflazione cumulata del biennio ha comunque ridotto il potere d'acquisto reale delle famiglie americane del 2,5%.
Le disuguaglianze si sono accentuate, con i lavoratori qualificati nei settori tecnologici e manifatturieri che hanno beneficiato del reshoring, mentre i lavoratori nei servizi a basso valore aggiunto hanno subito maggiormente l'impatto dell'inflazione. Questo divario ha alimentato il dibattito politico in vista delle elezioni di midterm del 2026, che hanno visto una maggiore polarizzazione su temi economici.
Gli investimenti in intelligenza artificiale e automazione hanno raggiunto i 280 miliardi di dollari nel 2026, il 35% in più rispetto all'anno precedente. Questa accelerazione tecnologica ha permesso alle aziende americane di compensare parzialmente l'aumento dei costi del lavoro e delle materie prime, mantenendo la competitività sui mercati globali.
Il settore energetico ha vissuto una trasformazione accelerata, con investimenti in energie rinnovabili che hanno superato per la prima volta quelli in combustibili fossili. La spinta verso l'indipendenza energetica, motivata anche dalle tensioni geopolitiche, ha creato un nuovo settore industriale che impiega oltre 2 milioni di persone.
Mentre l'America si prepara ad affrontare il 2027, l'economia ha dimostrato una resilienza notevole ma non senza cicatrici. La crescita è tornata su livelli sostenibili, l'inflazione è sotto controllo e la disoccupazione rimane gestibile. Tuttavia, le sfide strutturali rimangono: un debito pubblico in crescita, disuguaglianze sociali accentuate e una dipendenza crescente dall'automazione che potrebbe creare nuove tensioni nel mercato del lavoro.
La Federal Reserve ha riacquistato credibilità attraverso una gestione prudente ma efficace della politica monetaria, mentre i mercati finanziari hanno ritrovato stabilità dopo la tempesta del 2025. L'esperimento del "reshoring forzato" attraverso i dazi ha mostrato risultati misti: successi nel rilocalizzare la produzione, ma costi elevati per i consumatori.
L'America del 31 dicembre 2026 è un paese che ha evitato il peggio ma ha pagato un prezzo significativo per mantenere la stabilità. L'atterraggio morbido si è rivelato più turbolento del previsto, ma alla fine l'economia più grande del mondo ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di adattamento e resilienza di fronte alle sfide più complesse.