Il 2026 si chiude con l'Italia che ha vissuto uno dei periodi più significativi della sua storia politica recente. Mentre le luci dei fuochi d'artificio illuminano le piazze delle principali città italiane, il Paese può guardare indietro a dodici mesi che hanno ridefinito il panorama politico nazionale, consolidando una nuova fase di stabilità pragmatica sotto la guida di Giorgia Meloni.
L'anno si è aperto con il successo straordinario delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, tenutesi dal 6 al 22 febbraio. L'evento ha rappresentato molto più di una semplice manifestazione sportiva: è diventato il simbolo della rinascita italiana e della capacità organizzativa del Paese. Le immagini delle cerimonie di apertura e chiusura, trasmesse in tutto il mondo, hanno mostrato un'Italia moderna, efficiente e orgogliosa delle proprie tradizioni. Il "effetto Olimpiadi" si è tradotto in un incremento del consenso governativo di circa 4 punti percentuali, consolidando la posizione di Meloni come leader indiscussa della coalizione di centro-destra.
Parallelamente, il governo ha portato avanti la sua strategia di "pragmatismo conservatore", abbandonando definitivamente le posizioni più radicali del primo mandato. Questa moderazione si è concretizzata nella Legge di Bilancio 2026, approvata il 20 dicembre 2025, che ha introdotto significative misure di sostegno alle famiglie del ceto medio, pur rispettando rigorosamente i vincoli europei. Il pacchetto di interventi, del valore di 8 miliardi di euro, ha incluso detrazioni fiscali per le famiglie con figli, bonus per l'acquisto della prima casa per gli under 35 e incentivi per le imprese che assumono giovani a tempo indeterminato.
Il momento più significativo dell'anno politico è arrivato il 15 aprile 2026, quando Meloni ha presentato ufficialmente la riforma costituzionale per l'elezione diretta del Presidente del Consiglio. La proposta, frutto di mesi di elaborazione tecnica e consultazioni con esperti costituzionalisti, ha rappresentato il punto di svolta della legislatura. La riforma prevede che il Premier sia eletto direttamente dai cittadini con un sistema a doppio turno, rafforzando significativamente la stabilità dell'esecutivo e riducendo il peso dei giochi di palazzo.
La presentazione della riforma ha diviso profondamente l'opposizione: mentre il Partito Democratico si è schierato contro, definendola "una deriva presidenzialista", il Movimento 5 Stelle ha assunto posizioni più sfumate, aprendo a possibili modifiche. Questa divisione ha impedito all'opposizione di presentare un fronte unito contro il governo, rafforzando paradossalmente la posizione di Meloni.
Sul fronte economico, l'Italia ha registrato una crescita modesta ma costante dello 0,8% nel 2026, superando le previsioni più pessimistiche. L'indice di fiducia economica ISTAT si è stabilizzato intorno a 95 punti per gran parte dell'anno, segnalando una ritrovata fiducia di consumatori e imprese. Questo risultato è stato ottenuto grazie a una combinazione di fattori: l'efficace implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (con il 92% degli obiettivi raggiunti nei tempi previsti), la stabilità politica e l'effetto positivo delle Olimpiadi sul turismo e sull'immagine internazionale del Paese.
Il costo della vita, che aveva rappresentato una delle principali preoccupazioni degli italiani nella prima metà dell'anno, ha mostrato segnali di stabilizzazione a partire da settembre, contribuendo a ridurre le tensioni sociali. L'inflazione si è attestata al 2,1% su base annua, in linea con gli obiettivi della Banca Centrale Europea.
La campagna elettorale per le elezioni politiche del 2026 è ufficialmente iniziata il 1° giugno con il lancio del programma "Italia 2030 - Stabilità e Innovazione" da parte della coalizione di centro-destra. Meloni ha imperniato la sua strategia comunicativa sul binomio stabilità-cambiamento, presentandosi come garante della continuità istituzionale ma anche come promotrice di riforme modernizzatrici.
L'opposizione, guidata dall'alleanza tra Partito Democratico ed Europa Verde, ha tentato di capitalizzare sul malcontento di alcune fasce sociali, ma non è riuscita a presentare un'alternativa credibile e unita. Il Movimento 5 Stelle, guidato da Giuseppe Conte, ha mantenuto una posizione autonoma, rifiutando alleanze strutturali e puntando su una campagna incentrata sui temi della giustizia sociale e della transizione ecologica.
Il 15 ottobre 2026, gli italiani si sono recati alle urne in un clima di sostanziale serenità democratica. L'affluenza si è attestata al 71,2%, in leggero calo rispetto alle precedenti consultazioni ma comunque significativa. I risultati hanno premiato la coalizione di centro-destra con il 45,3% dei voti, traducendosi in una maggioranza parlamentare del 52% dei seggi. Fratelli d'Italia ha confermato il suo ruolo di primo partito con il 28,1% dei consensi, seguita dalla Lega al 9,8% e da Forza Italia al 7,4%.
Il Partito Democratico, guidato da Elly Schlein, ha ottenuto il 22,7% dei voti, un risultato deludente che ha aperto un dibattito interno sulla strategia e sulla leadership. Il Movimento 5 Stelle si è attestato al 14,2%, mantenendo un ruolo significativo ma non decisivo nel panorama politico. Europa Verde ha raggiunto il 4,1%, superando la soglia di sbarramento e ottenendo rappresentanza parlamentare.
La frammentazione dell'opposizione è emersa chiaramente anche nei giorni successivi al voto, quando i tentativi di costruire un'alleanza post-elettorale sono naufragati sulle divergenze programmatiche e personali tra i leader. Questa situazione ha rafforzato ulteriormente la posizione del governo, che può contare su un'opposizione divisa e poco incisiva.
Il secondo governo Meloni, insediatosi il 2 novembre 2026, si presenta con un programma ambizioso ma realistico. Le priorità includono l'implementazione della riforma costituzionale (che dovrà essere approvata con il procedimento aggravato previsto dalla Costituzione), il completamento del PNRR, e il rafforzamento della posizione italiana in ambito europeo e internazionale.
La coesione della coalizione rimane solida, nonostante alcune tensioni emerse durante la campagna elettorale sulla questione dell'autonomia differenziata. Matteo Salvini, confermato vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha accettato un approccio più graduale e condiviso sulle riforme federaliste, privilegiando l'unità della coalizione.
Sul piano internazionale, l'Italia ha consolidato il suo ruolo di partner affidabile all'interno dell'Unione Europea. La gestione pragmatica delle relazioni con Bruxelles, unita al rispetto degli impegni del PNRR, ha migliorato significativamente la reputazione del Paese. Il rapporto con la Francia di Emmanuel Macron si è normalizzato, mentre rimangono solide le relazioni con la Germania e con i partner del Mediterraneo.
La politica migratoria del governo ha trovato un equilibrio tra fermezza nei controlli e rispetto dei diritti umani, ottenendo il riconoscimento anche da parte di organizzazioni internazionali precedentemente critiche. Gli accordi bilaterali con i Paesi nordafricani per la gestione dei flussi migratori hanno mostrato risultati concreti, riducendo significativamente gli sbarchi irregolari.
Mentre il 2026 volge al termine, l'Italia si presenta come un Paese stabilizzato politicamente e in crescita economica, seppur moderata. La riforma costituzionale rappresenta la grande sfida del prossimo biennio: se approvata, potrebbe cambiare definitivamente gli equilibri istituzionali italiani, rafforzando l'esecutivo e riducendo l'instabilità cronica che ha caratterizzato la Seconda Repubblica.
L'indice di fiducia economica chiude l'anno a 97 punti, il valore più alto degli ultimi tre anni, mentre le previsioni per il 2027 indicano una crescita del PIL dell'1,1%, sostenuta dagli investimenti del PNRR e dalla ritrovata fiducia internazionale.
Il consenso di Meloni si attesta al 47% secondo gli ultimi sondaggi di fine anno, un dato che la conferma come il leader politico più apprezzato dagli italiani. La sua capacità di coniugare pragmatismo e visione, moderazione e determinazione, ha creato un nuovo modello di leadership che potrebbe influenzare la politica italiana per gli anni a venire.
Mentre l'Italia si prepara ad affrontare le sfide del 2027, il Paese può guardare con fiducia moderata al futuro, forte di una stabilità politica ritrovata e di una crescente credibilità internazionale. La strada verso la modernizzazione istituzionale è ancora lunga, ma le basi per una Terza Repubblica più stabile ed efficiente sono state gettate in questo anno cruciale della storia italiana contemporanea.